Si è concluso con una grande partecipazione il Festival dell’Architettura di Roma – FAR. La manifestazione ideata e realizzata dall’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia, giunta alla quinta edizione, dal 5 all’ 8 ottobre, ha raccontato l’architettura e le opportunità di trasformazione urbana interessando i cittadini di tre Municipi: l’VIII, l’XI e il XII.
“Abbiamo cercato attraverso il Festival di riunire e riavvicinare la città al mondo dell’architettura – rileva Alessandro Panci Presidente dell’OAR ai microfoni di RadioColonna – un ponte di cultura architettonica e di una nuova concezione di città condivisa, di paesaggio urbano e del nuovo ruolo sociale degli spazi pubblici”.
È stato emozionante – rimarca Alice Bruzzone, direttrice del Festival – vedere centinaia di persone che si fermavano, che non dovevano andare nei luoghi deputati alla cultura architettonica, ma la potevano incontrare in piazza e dibatterla. L’approccio deve infatti essere quello di un’architettura gentile, che venga prima compresa. Volevamo concentrarci sulle giovani generazioni ed è quello che ha fatto la comunità educante, che ha coinvolto le scuole del quartiere, in un quadrante che è permeato di università, luoghi di produzione di cultura. In tutte le tappe abbiamo cercato di coinvolgere una trasversalità di pubblico, realizzando dei laboratori sia per adulti che per bambini’’.
Il presidente dell’VIII municipio, Amedeo Ciaccheri, è presente in via Leonardo da Vinci per condividere coi residenti uno spazio che era stato sottratto alla comunità perché in passato cantierizzato per un’opera che poi non si è fatta. “È invece uno spazio pubblico prezioso – rileva – perché è di fronte a un grande polo scolastico del territorio e dentro un quartiere popoloso e popolare come San Paolo. Sono grato al Festival che anche quest’anno ha voluto tornare in questi luoghi per dimostrare che insieme alla comunità il lavoro dell’architettura può cambiare non solo il volto fisico delle nostre città, ma può intercettare dei sentimenti immateriali che riguardano l’arredo come strutture mobili che oggi vediamo vissuto in questo territorio dai tanti ragazzi e bambini presenti ’’.