Concessioni balneari, basta incertezze

Le concessioni balneari sono una spina nel fianco che con questa legislatura speriamo si possa definire. Incontriamo il responsabile CNA balneari Roma che chiarisce alcuni punti

Non sembra mai la stagione adatta per parlare del problema dei balneari, degli stabilimenti e delle spiagge in concessione o libere. Se ne discute da anni fra ripicche e scontenti reciproci.

L’Italia vanta circa 8.000 km di coste e circa 5.000 siti balneabili. Le concessioni sono circa 103.620 a fronte di 6.318 stabilimenti balneari.

L’ attuale governo si è speso molto per questo problema ed ha aperto un tavolo di confronto capace di limare anche le pretese e le imposizioni della direttiva Bolkestein.

La CNA sostiene, rispetto a questa direttiva, che le spiagge libere nel nostro Paese non sono affatto scarse e per raggiungere questa certezza si è fatta carico di costanti mappature dei litorali. Daquesti dati emerge che le zone libere non sono affatto limitate.

Abbiamo parlato con il dottor Claudio Capezzuoli, responsabile CNA balneari Roma che, da vero esperto, ha fatto un breve excursus della reale situazione generale.

Un punto dolente ed emerso più volte è il pagamento, da parte degli assegnatari delle concessioni, di un canone veramente irrisorio anche per quegli stabilimenti posizionati in luoghi di alto pregio e frequentati non certo da vacanzieri indigenti. Queste quote andranno riviste in base al reale valore del bene e alle spese sostenute dal gestore per varie migliorie tali da rendere gli stabilimenti sempre più attrattivi e sicuri.

Pare strano ma in Italia il 95% degli impianti è di piccole se non piccolissime dimensioni, a fronte di pochi grandi stabilimenti.

L’Europa attraverso vari canali insiste perchè venga varata una legge capace di perfezionare un riordino generale con mappature e l’applicazione puntuale dei già esistenti studi di settore.

Le spiagge libere è giusto che restino ma con sostanziali interventi di migliorie e quindi con attrezzature tali da renderle sicure e piacevolmente fruibili: docce, bagni, assistenza ai bagnanti e punto di ristoro. Sotto questo punto di vista il Lazio offre un servizio difficilmente riscontrabile in altre parti d’Italia, questa doversosa attenzione ai vacanzieri richiede vari investimenti che è giusto che vengano riconosciuti e una soluzione potrebbe essere quella di affidare queste strutture a cooperative o privati.

«Sono anni che gli investimenti sulle spiagge si sono affievoliti per l’incertezza del futuro. Le banche revocano i fidi o non ne danno altri, perché a concessioni scadute non vi sono garanzie” dice Forza Italia.

Vista la preferenza che anche i turisti dimostrano anno dopo anno per la nostra nazione è quasi un obbligo “strutturale” che le istituzioni si impegnino a fondo con decreti legislativi finalizzati a riordinare e semplificare il settore che riguarda le concessioni demaniali marittime

 

 

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