Da diverse ore i media pare abbiano dimenticato completamente il rinovellato giallo di Garlasco o la povera Lilly fatta su nei sacchi neri in un boschetto di Trieste e se qualcosa di queste e altre storie di sangue e mistero va scritto si riduce a poche righe, perchè da diverse ore c’è un nuovo efferato caso: le morti delle 2 creature a Roma nascoste e casualmente ritrovate fra il verde abbandonato del parco di Villa Pamphili. Due femminicidi evidentemente, una donna e una piccolissima donna di appena 6 mesi circa.
Villa Pamphili anche definito il polmone verde della Capitale, 184 ettari più varie costruzioni che sarebbero dei gioielli se il cielo non le avesse buttate in questa Città che per tanti anni se n’è disinteressata lasciandole svilire fra incuria e degrado. Ora, vuoi per il Giubileo, vuoi per vergogna delle autorità sono stati fatti degli interventi di “cura” e restauro. Ma mai abbastanza, perchè le telecamere di sicurezza non coprono che piccole porzioni del parco, non ci sono guardie e le recinzioni sono state vandalizzate e rese inutili.
A Londra brillano di verde e natura pulita i 140 ettari di Hyde Park dove gli scoiattoli corrono tranquilli fra aiuole a tema. Ecco qui sta la differenza: l’amore e la cura per il bene comune e il menefreghismo sconsiderato per tutto quanto riguarda il bene pubblico.
Da anni e per anni gruppi di cittadini e associazioni denunciano l’abbandono di Villa Pamphili, ritardi nella manutenzione o assenza totale della stessa; tanto per dirne una nelle estati degli anni passati il laghetto e il canale si ridussero a un nulla e la moria di pesci e tartarughe finì su tutti i giornali.
Il degrado di tutto quel ben di dio ha influenzato e spinto la crescita di quel degradato popolo di fantasmi che lì passa la sopravvivenza.
Non sappiamo quasi niente di quelle 2 donne morte e se non fosse per la pena e il dolore del soffio di vita tolto alla neonata forse non ci andrebbe più di tanto di scavare nella bruttura e nella violenza del loro mondo. I media, ora dedicheranno grande spazio alle supposizioni, alle illazioni, alle ricostruzioni e a quello sguazzo nell’oscurità che con una crescita esponenziale occupa a qualunque ora i palinsesti pubblici e privati.
Ma a parte tutto quello che si dirà a favore di audience, a noi viene spontanea una considerazione: se una Città consente che il degrado avanzi, che gli accampamenti illegali siano più di 340 aggiunti agli infiniti minimi bivacchi quasi invisibili, è la Città stessa a doversi sentire correa di quella piccola orribile morte nel verde dimenticato di Villa Pamphili