Rifiuti: Regione Lazio avvia iter per permessi termovalorizzatore Roma

Contestualmente la delibera istituisce il tavolo tecnico permanente per le aree ad elevato rischio di crisi ambientale

L'area di Santa Palomba dove sarà costruito il termovalorizzatore

La Regione Lazio ha avviato l’iter per i permessi necessari, e propedeutici, alla costruzione del termovalorizzatore di Roma a Santa Palomba, quadrante del Municipio IX della Capitale, confinante con il Comune di Albano Laziale e vicino ad altri territori dei Castelli romani. Con la delibera, licenziata ieri dalla giunta regionale, nell’ambito dell’attivazione delle procedure necessarie all’individuazione delle cosiddette “aree ad elevato rischio di crisi ambientale”, si avvia un’istruttoria tecnica per la raccolta di dati ambientali ed epidemiologici nel Comune di Albano Laziale, a seguito delle richieste pervenute dal territorio.

Contestualmente la delibera istituisce il tavolo tecnico permanente – che si andrà a costituire successivamente in seno alla direzione regionale Ambiente – per le aree ad elevato rischio di crisi ambientale. Al tavolo siederanno, tra gli altri, il dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario regionale, tre rappresentanti dell’agenzia regionale Arpa con competenze nei rilievi inerenti a suolo, acque e aria, un rappresentante della Asl competente per ciascuna zona in esame. Sarà compito del tavolo definire i criteri generali e verificabili per l’individuazione delle aree a rischio e redigere una griglia che contempla i valori di riferimento per le concentrazioni di inquinanti nell’aria, nel suolo, nel sottosuolo e nelle acque. Sempre il tavolo dovrà vagliare i riscontri epidemiologici marcati e statisticamente significativi nelle aree interessate ed effettuare valutazioni sul contesto territoriale tenendo conto delle vulnerabilità sociali, della densità urbana, della prossimità a fonti che emettono inquinamento e a insediamenti sensibili, come scuole, abitazioni e ospedali. Il documento regionale è di fatto il primo passo del percorso autorizzativo, poiché dovrà stabilire se il termovalorizzatore è realizzabile a Santa Palomba, come previsto fino a oggi dalla giunta comunale di Roma.

Nei giorni scorsi, i dettagli emersi rispetto al cronoprogramma di “Renew Rome”, la società di progetto guidata da Acea Ambiente che comprende anche Suez Italy, Kanadevia Inova, Vianini e Rmb, hanno suscitato reazioni preoccupate da parte degli ambientalisti e dei gruppi politici (Europa verde e Movimento 5 stelle) che si oppongono all’impianto che dovrà trattare 600 mila tonnellate di rifiuti l’anno.

Tra i punti contestati c’è quello dell’inquinamento ambientale, che potrebbe essere determinato dal trasporto su camion dei rifiuti al termovalorizzatore, e riguardo al quale l’assessora all’Ambiente di Roma, Sabrina Alfonsi, ha chiarito: “Il termovalorizzatore è uno dei cardini del sistema di impianti previsto dal piano per la gestione dei rifiuti di Roma per gli anni a venire, con l’obiettivo dichiarato di ridurre in modo sostanziale il livello complessivo delle emissioni di Co2 prodotte dal sistema attuale. La realizzazione del termovalorizzatore, come più volte ribadito dal sindaco Gualtieri, ha sempre avuto come corollario principale il conferimento dei rifiuti all’impianto tramite il trasporto su ferro. Su questo obiettivo Roma Capitale ha lavorato con ferrovie dello Stato per mettere a punto le modalità e i dettagli del progetto. Oggi la questione del trasporto su gomma dei rifiuti viene di nuovo strumentalizzata da chi è contrario alla realizzazione del termovalorizzatore – ha sottolineato Alfonsi -. È evidente che la documentazione progettuale allegata al contratto di concessione relativo all’impianto tiene conto, a livello di semplice stima numerica, della modalità consolidata di trasporto su camion dei rifiuti all’impianto, né potrebbe essere diversamente non disponendo, nel momento in cui la stima è stata effettuata, degli elementi necessari per prendere in considerazione ipotesi e modalità diverse di trasporto, come quello su ferro, ancora in via di definizione”.

Sul punto Acea ha fatto sapere che il termovalorizzatore di Roma “si configura come un impianto industriale di ultima generazione che garantirà livelli di emissione in atmosfera pari ai valori inferiori dei range previsti dalle Bat di settore (Best available techniques), nonché per alcuni parametri (ad esempio le polveri) addirittura minori. I valori emissivi garantiti previsti collocano il termovalorizzatore di Roma tra i migliori impianti mai proposti, probabilmente a livello mondiale. L’impatto ambientale generato è trascurabile come dimostrato dai modelli di ricaduta degli inquinanti in atmosfera e quindi senza alterazioni della qualità dell’aria nel territorio in cui il termovalorizzatore insiste. Le emissioni dei fumi in uscita dai camini saranno costantemente monitorate da una cabina di analisi e i valori resi disponibili in tempo reale alle autorità competenti”. Mentre per l’aspetto relativo ai consumi idrici, Acea ha ribadito che “la progettazione del termovalorizzatore è stata sviluppata per soddisfare i fabbisogni idrici dell’impianto esclusivamente attraverso recuperi e riutilizzi. Il fabbisogno idrico, pari a circa 10 metri cubi l’ora, verrà soddisfatto mediante il recupero dell’acqua piovana, per cui è stato anche previsto un impianto di trattamento chimico-fisico propedeutico al riutilizzo, e attraverso il riutilizzo dell’acqua in uscita dal depuratore di Santa Maria in Fornarola grazie a un sistema avanzato di trattamento per rendere l’acqua idonea per il riuso ai fini industriali, in linea con i recenti indirizzi normativi. Questa iniziativa rappresenta un passo significativo verso la gestione sostenibile delle risorse idriche e la promozione di pratiche industriali responsabili”.

Altro nodo di scontro, ha riguardato il cronoprogramma di realizzazione dell’opera. Secondo quanto comunicato dall’amministrazione nell’autunno scorso nel primo trimestre del 2025 avrebbero dovuto iniziare i lavori di costruzione dell’impianto, con l’obiettivo di accenderlo nell’estate del 2027. “L’impianto entrerà in funzione non prima di 44 mesi, come è scritto nella tabella del cronoprogramma, e questo conferma che l’opera non ha nulla a che vedere con il Giubileo”, ha detto il deputato di Europa verde Filiberto Zaratti, riferendosi al fatto che la realizzazione degli impianti inclusi nel piano rifiuti della Capitale rientra nei poteri commissariali conferiti dal governo al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. “Gli impianti per il trattamento dei rifiuti in corso di realizzazione rappresenteranno una vera e propria rivoluzione nella gestione futura dei rifiuti della Capitale e danno avvio finalmente ad un approccio industriale al problema”, ha sottolineato l’assessora Alfonsi.

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