Il Premio, il road trip di Alessandro Gassmann con Gigi Proietti

Insieme a loro Anna Foglietta, Rocco Papaleo, Erica Blanc, Matilda De Angelis e Marco Zitelli. Il film è un omaggio - senza giri di parole - al padre Vittorio Gassman

Alessandro Gassmann, Gigi Proietti insieme agli altri protagonisti del film Il premio, un ritratto di famiglia allargata © Anna Camerlingo

Il Premio è il titolo del secondo film diretto da Alessandro Gassmann e sarà in sala il prossimo 6 dicembre. La storia è quella di un road trip da Roma a Stoccolma per la consegna del premio Nobel allo scrittore Giovanni Passamonte (Proietti), a guidare l’auto è il figlio Oreste (Gassmann), ex lottatore e olimpico nel 1988, insieme a loro in auto il tuttofare e aiutante Rinaldo (Papaleo) e Lucrezia (Foglietta), aspirante scrittrice e sorella di Oreste.

Un padre e un figlio si ritrovano in un lungo viaggio in auto insieme alla loro famiglia allargata, non ci vuole molto a capire che Il Premio è un film che Alessandro Gassmann ha realizzato per parlare anche del padre Vittorio, l’attore e mattatore italiano scomparso nel 2000. Per farlo Alessandro Gassmann firma un film (coscritto insieme a Walter Lupo e Massimiliano Bruno) in cui un padre impara a essere genitore lungo le migliaia di chilometri che separano le due città:

“La commedia è il genere cinematografico che si avvicina alla verità, una ricerca per la verità. Avevo voglia di fare un viaggio, che ho sempre immaginato di potere fare, che non avevo fatto e finalmente ho fatto. La famiglia de Il Premio non è la mia, ma alcuni passaggi e persone ricordano la mia infanzia, pur essendo una storia inventata. La ricerca del padre è stata semplice, avevo bisogno di un attore che conoscesse l’argomento e un uomo di grande successo, un conoscitore profondo dei rapporti interpersonali”.

L’attore in questione è Gigi Proietti, amico e ammiratore di Vittorio Gassman, assente da tempo sul grande schermo:

“Il Premio mi è interessato da subito, sono stato amico di Vittorio e ricordo Alessandro già grande. Si cantava, si scherzava nella casa dell’Aventino, qui c’era un piccolo teatrino dove persone e amici si esibivano. Vittorio m’invitò e citò il mio nome insieme a quello di Carmelo Bene come attori da tenere d’occhio. Ho accettato la parte volentieri, sono contento di averlo fatto. La sceneggiatura è equilibrata, è fondamentale”.

Gigi Proietti, come il protagonista e lo stesso Gassman, è un uomo di successo, ma l’attore romano non ha molto in comune non ha voluto portare sullo schermo un’imitazione del grandissimo attore romano:

“Non volevo imitarlo, ma Alessandro mi ha permesso solo una concessione”. Imitare una battuta che pronunciò sul set de La Tosca. I due attori erano molto amici ed è per questo che Alessandro Gassmann l’ha scelto per intepretarlo, questo film Il Premio, è un modo per omaggiarlo, ma in nessun modo rappresenta un modo per chiudere la loro relazione:

“Io e mio padre abbiamo fatto molti viaggi, lui guidava malissimo ma aveva delle belle macchine e veloci, quindi lo accompagnavo io in tournée. Questi viaggi erano caratterizzati da grandi silenzi, da non detti. Non parlava tanto nella vita, soprattutto quando lo stato etilico era da zero e prima degli spettacoli era sobrio. Anche il suo modo di dire delle verità giuste che riguardavano i suoi figli, come fa il personaggio di Gigi Proietti nel film. Questa è una delle caratteristiche in comune con lui, ci sono delle similitudini fra i rapporti padri e figli e anche quelle verità sbattute in faccia, come succede al personaggio di Anna Foglietta. Me ne sono accorto dopo, questo è uno dei motivi per cui ho deciso di fare Il Premio”.

Con questo film, Alessandro Gassmann non chiude i rapporti con il padre: “Spero di non chiudere mai i rapporti con mio padre” e ricorda il suo esordio: a teatro insieme al padre e diretto da Pier Paolo Pasolini.

“Il mio debutto fu in Affabulazione, la fine del primo atto era terribile e si chiudeva con me, albino, nudo in scena e il padre che diceva: Uccidi il bambino che vuole vedere il tuo ca**o e mio padre accolse un mio consiglio. Spero di non aver chiuso il conto, mio padre, come Pasolini fanno parte della cultura di questo Paese, è un mio dovere e continuerò a farlo”.

Gigi Proietti conosceva Alessandro Gassmann, “Eravamo amici, ma non prendevo parte all’intimità della famiglia, credo che assomigli a Vittorio nella fase finale della sua vita. Il mio personaggio però non gli somiglia, Vittorio artista, attore e regista, non sono mai stato diretto da lui al cinema e al teatro. Non accettai di fare Iago al teatro con lui, Alessandro riesce a ottenere quello che vuole. Con Alessandro si riesce a dialogare, con Vittorio no. Poi, nel fisico, Alessandro e Vittorio camminano allo stesso modo”.

Il Premio ruota incontro a una famiglia allargata, o meglio in perenne stato d’allargamento: ai due fratelli che si odiano e amano Oreste e Lucrezia, se ne aggiungono altri, una realtà che Gassmann conosce bene visto che il padre ebbe altre tre sorelle e un fratello da altre relazioni:

“Non ho fratelli ‘interi’, ho fratellastri e sorellastre, credo che avere un fratello intero sia diverso. Con i fratellastri, il rapporto è meno totale, meno esplicitato”.

Anna Foglietta è la nevrotica e a tratti insopportabile Lucrezia, aspirante scrittrice perennemente attaccata ai social media:

“Mi sarebbe piaciuto avere Gigi come padre, anche se è una figura ingombrante. Ho il piacere di fare un film strano, pop, stravolgente. Una volta che il film è arrivato in Danimarca, con Matteo e Matilda e come dice Rocco: ti ritrovi ancora a vivere. Ci troviamo e viviamo in un’Italia diversa, fa bene al nostro cinema e spero che ci sia un incasso dignitoso”.

È stato difficile per l’attrice interpretare un personaggio così antipatico, ma né lei, né il regista svelano l’identità della figura che ha ispirato il suo ruolo, ma si soffermano a sottolineare che è di Roma Nord.

Accanto ad Anna Foglietta c’è Rocco Papaleo, come al solito mattatore dentro e fuori dallo schermo nei panni della “badante ‘rumena’” che si prende cura del personaggio di Giovanni, l’attore e regista lucano si è trovato perfettamente a suo agio a dividere la scena con Gigi Proietti.

L’attore ha anche altro in comune con il regista, l’ha diretto nel suo ultimo film e anche nel suo primo lungometraggio Basilicata Coast To Coast. “Abbiamo anche altre cose in comune: siamo stati incinta insieme, nel senso che abbiamo avuto un figlio nello stesso periodo e sul set con noi c’era anche Vittorio Gassman (La Bomba ndr)”. Papaleo non ha avuto alcuna difficoltà a venerare Proietti: “Lo veneravo meglio nel camper”.

La colonna sonora del film è curata da un artista folk romano anche se il nome tradisce ben altro, mentre le sue sonorità gli sono valse l’etichetta di “Bon Iver” italiano, stiamo parlano di Marco Zitelli che nel film interpreta anche il figlio di Oreste, il personaggio di Gassmann. L’attore e regista l’ha scelto perché era stato migliore di attori anche più quotati. Zitelli ha anche scritto due canzoni intonate da Matilda De Angelis, una delle voci italiane di Coco.

La sceneggiatura del film è firmata dal regista e dall’attore Gassmann ed è firmata insieme a Walter Lupo e Massimiliano Bruno. A dire il vero, la scrittura a più mani ha reso forse Il Premio meno scorrevole di quanto si aspettasse da una commedia.

Nel cast c’è anche la splendida 75nne Erika Blanc, l’attrice è stata felice di rivedere Alessandro Gassmann dopo che da piccolo la baciò.

Il Premio è una commedia per affrontare e abbattere (almeno in parte) le figure paterne ingombranti. Il Premio vi attende al cinema il 6 dicembre al cinema, distribuito da Vision Distribution.

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