A Roma in 116 scuole superiori c’è ancora l’amianto: avviati 30 cantieri per la rimozione

Al momento non è una situazione pericolosa, perché il materiale non è sfibrato ma va comunque rimosso. Nel 2022 sono partiti gli interventi, finanziati con 10 milioni di euro

A Roma sono 116 le scuole superiori dove è ancora presente l’amianto. Un materiale che un tempo era utilizzato di frequente, soprattutto sui tetti e nei cortili. A tracciare la mappa è il dorso romano de La Repubblica. Per ora non ci sarebbero rischi per la salute di studenti e docenti, visto che si tratta di materiale non sfibrato, che va comunque rimosso prima che si danneggi.

Secondo Ezio Bonanni, avvocato e presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, negli edifici moderni costruiti prima del 1992 “è probabile che vi sia amianto”. Ma la fibra diventa pericoloso solo quando il materiale che la contiene si rompe, si diffonde nell’aria, se non è isolata e viene respirata.

Il programma di interventi per la rimozione è stato approvato nel 2022 dalla Città metropolitana e finanziato con 10 milioni di euro, sei dei quali messi a disposizione dal ministro dell’Ambiente e quattro dalla Regione.

Ad oggi sono partiti 30 cantieri ma nessuno è ancora stato terminato e servirà almeno un anno e mezzo per mettere in sicurezza tutte le scuole. L’intervento più importante attualmente in corso, scrive Repubblica, è legato alle scuole Giorgio Ambrosoli e Francesco D’Assisi, nel quaetiere Centocelle: 11.500 metri quadrati su due istituti, 3,5 chilometri da bonificare. Qui l’amianto si trova soprattuto nei davanzali e i fondi utilizzati sono quelli del Pnrr.

Tra le scuole che saranno oggetto di bonifica, il quotidiano di Molinari cita: il liceo Montale a Bravetta (1 milione), il Tacito in zona Trionfale (960mila), l’Archimede-Pacinotti al Nuovo Salario (780mila), il Domizia Lucilla a via Lombroso (680mila), l’istituto superiore di piazza della Resistenza a Monterotondo (540mila), il Federico Caffè in via Fonteiana (500mila) e il Kennedy in via Fabrizi (500mila). Cifre più basse, ma sempre importanti, riguardano il Sarandì del Tufello (460mila), la succursale del Von Neumann a Monti Tiburtini (320mila), il Lucrezio Caro in via Venezuela (330mila), il Pasteur in via dei Barellai al Trionfale (300mila), il Tasso in via Sicilia e il Righi in via Campania (260mila per entrambi) e la succursale del Galileo Galilei a Santa Marinella (205mila). Piccoli lavori anche al liceo Mamiani in via delle Milizie a Prati (40mila) e al liceo Giulio Cesare in Corso Trieste (10mila).

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