Mario Pincarelli si sposa in carcere: lei si è innamorata dopo averlo visto al tg per il caso Willy Monteiro

mertedì il matrimonio nel carcere di Civitavecchia

L'aula della corte d'assise a Frosinone dove si attende la sentenza per l'omicidio di Willy Monteiro Duarte.

Una dichiarazione di matrimonio scritta e accettata per lettera. E poi gli incontri fugaci, sempre in aule di tribunale. Nessuna possibilità di parlarsi al telefono, in quanto non sono familiari, ma da martedì, dopo il matrimonio, i due – seppure dovranno rinunciare alla luna di miele e alla prima notte di nozze – quantomeno potranno telefonarsi. Insieme ad altri tre giovani, Mario Pincarelli è stato condannato per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte e la prossima settimana sposerà in carcere a Civitavecchia una 28enne, residente in un Comune della provincia a nord di Roma, che si è innamorata di lui vedendolo nei servizi dei telegiornali che si sono occupati dell’omicidio di Colleferro. La condanna a 21 anni di carcere che ieri sera è passata in giudicato, dopo che la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso d’appello del suo difensore, non ha fatto cambiare i programmi e dopo le pubblicazioni di matrimonio e un complesso iter autorizzativo, in due si sposeranno nel carcere dove lui è detenuto.

All’udienza di ieri spiccava tra le persone che assistevano al processo nell’austera aula della Cassazione, la chioma liscia, castano chiaro, della 28enne futura moglie del giovane di Artena. Da mesi, la ragazza segue ogni udienza dei due processi che Pincarelli aveva in corso; oltre a quello che si è chiuso ieri, anche un altro relativo al possesso in carcere di un telefono cellulare. Le aule giudiziarie sono stati gli unici luoghi per scambiarsi occhiate e fugaci parole. Ma da martedì, poiché saranno moglie e marito potranno anche telefonarsi. La vicenda giudiziaria si è conclusa per il giovane con una condanna pesante, ma la massiccia risonanza mediatica ha avuto l’inaspettato risvolto romantico. Se la 28enne si è innamorata di lui dalla tv, Pincarelli si è innamorato di lei dalle lettere che riceveva.

“Io credo in lui e alla sua innocenza” ha detto ieri la giovane, intercettata nei corridoi della Corte di Cassazione. La ragazza ha sperato inutilmente, fino all’ultimo, in uno sconto di pena per il suo futuro sposo. E ha mostrato insofferenza nel parlare del suo matrimonio, “gelosa” della privacy della relazione con il futuro sposo a oggi fondata soltanto su sentimenti, lettere scritte di pugno e fugaci occhiate. La “dichiarazione” sarebbe avvenuta per posta e ha portato, qualche mese, fa alle pubblicazioni di matrimonio e all’inizio dell’iter per la cerimonia con il rito civile di martedì. Una decina gli ospiti ammessi a partecipare in carcere, tra parenti strettissimi e testimoni. Previsto anche un buffet. Per la prima notte di nozze e la luna di miele, però, bisognerà necessariamente aspettare.

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