Omicidio Willy: la madre, “non ho visto ancora alcun segno di pentimento”

La Cassazione ha stabilito che l'uccisione di Willy Monteiro Duarte è stato omicidio volontario, avvalorando le conclusioni dei precedenti due gradi di giudizio

Lucia Duarte, la madre di Willy Monteiro Duarte mentre scende le scale della Corte di Cassazione.

“Non ho visto ancora alcun segno di pentimento, da parte di questi ragazzi, che dimostri che hanno capito il male che hanno fatto a mio figlio”. Lo ha detto Lucia Monteiro Duarte, madre del 19enne ucciso a Colleferro il 6 settembre del 2020, commentando con il suo legale la decisione della Suprema Corte di Cassazione. La donna era presente ieri in udienza ,assistita dall’avvocato Vincenzo Galassi ma non era in Aula al momento della lettura della sentenza.

“Prendo atto. Sono davvero dispiaciuta perché l’omicidio volontario giuridicamente non è condivisibile. Leggerò le motivazioni”, ha detto l’avvocato Vannina Zaru legale di Marco Bianchi, commentando la sentenza della Cassazione, che ha stabilito che l’uccisione di Willy Monteiro Duarte è stato omicidio volontario, avvalorando le conclusioni dei precedenti due gradi di giudizio.
Per Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, la questione è chiusa e le loro condanne, rispettivamente a 21 e 23 anni, passano in giudicato. Resta aperta una “finestra giudiziaria” per i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, ma la notizia, per loro è tutt’altro che positiva. Infatti, gli Ermellini hanno annullato con rinvio, soltanto per loro, la sentenza d’Appello limitatamente alla concessione delle attenuanti generiche. Un aspetto che fa la differenza tra i 24 anni di carcere e una pena più pesante fino all’ergastolo. La Corte d’assise di Frosinone il 4 luglio 2022, non riconoscendo le attenuanti, si era espressa per Marco e Gabriele, con la condanna del carcere a vita. In Appello, il 12 luglio 2023, i fratelli ottennero lo sconto di pena perché quelle attenuanti vennero invece riconosciute.

La decisione presa ieri in Camera di consiglio sposa in pieno le richieste della procura Generale. La tesi del dolo eventuale, “cioè quello che hanno accettato i quattro giovani imputati, picchiando Willy” scegliendo di correre il rischio che il ragazzo morisse “è perfettamente calzante” in questo caso, ha spiegato il sostituto procuratore Generale Marco Dell’Olio nella requisitoria

Il Pg ha ricordato che gli imputati, e in particolare Marco e Gabriele Bianchi, sono esperti di Mma e consapevoli “dell’effettiva potenzialità dei colpi inferti” anche perché “inferti in punti corporei potenzialmente mortali”.

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