Omicidio Cerciello Rega: a Roma si è aperto il processo bis

per valutare se Elder capisse parola carabiniere

A poco meno di un anno dalla sentenza con cui la Cassazione ha rimesso in discussione il caso sull’omicidio del vice brigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega si è aperto questa mattina in corte d’appello a Roma il processo bis. In aula, davanti alla corte d’assise, c’erano entrambi gli imputati Finnegan Lee Elder, che nella notte tra il 25 e il 26 luglio 2019 materialmente accoltellò il carabiniere per 11 volte uccidendolo, e Gabriel Natale Hjorth che risponde di concorso in omicidio. In primo grado (5 maggio 2021), i due sono stati condannati all’ergastolo, pena ridotta nel primo giudizio d’appello (marzo 2022) a 24 anni per Elder e 22 anni per Hjorth fino alla Cassazione (15 marzo 2023) che, ha annullato le condanne chiedendo un nuovo giudizio escludendo le aggravanti relative al fatto che il giovane non sapeva che l’uomo accoltellato fosse un carabiniere.

Nella dettagliata relazione, il presidente della Corte, Francesco Neri, si è soffermato sulle fasi dell’omicidio e quelle che lo hanno preceduto: i due ragazzi che cercano di comprare droga rivolgendosi a Sergio Brugiatelli, il mediatore che accompagna Natale dallo spacciatore; l’arrivo dei carabinieri che fa saltare l’acquisto; la fuga dei ragazzi con la borsa di Brugiatelli; la richiesta di “soldi e droga” per consegnare la borsa; l’intervento di Cerciello Rega e del collega Andrea Varriale che “con i distintivi ma senza pistola” tentano di recuperare la borsa affrontando i due in via Pietro Cossa, nel quartiere Prati dove i quattro vengono a contatto. Mentre Natale ingaggia uno scontro a mani nude con Varriale, Elder accoltella per 11 volte Cerciello Rega uccidendolo. Diverse le sottolineature fatte dal presidente come quella relativa al fatto che Elder è uscito “per andare a compiere un atto illegale con un coltello da combattimento” mentre Natale, pur avendo un coltellino a scatto, non lo ha portato con sé.

Poi la fuga: mentre Natale si è allontanato da Varriale quasi incolume, Elder ha lasciato dietro di sé un uomo morente. Neri ha anche ricordato che la Cassazione, riconoscendo il reato di omicidio, ha escluso per Elder la possibilità che il reato possa esse derubricato a eccesso di legittima difesa. Ma il grosso nodo che dovrà essere sciolto nel corso dell’appello bis è legato a cosa Elder possa aver capito quando Cerciello Rega, alle 3:15, mentre veniva accoltellato, gridava “fermati, carabinieri”: quanto cioè, la parola carabinieri per un giovane statunitense, possa significare forza di polizia considerando che, il militare, quella sera era in borghese e disarmato. “Lo dovremo stabilire nel corso del processo” ha detto il presidente Neri. In aula c’erano la vedova Rosamaria e Paolo Cerciello Rega, fratello della vittima, ma anche i genitori di Natale e il padre di Hjorth ai quali, alla fine dell’udienza è stato permesso di abbracciare i figli.

La difesa di Elder, nel corso dell’udienza, ha chiesto alla corte di depositare, agli atti del processo la lettera che la madre del giovane ha inviato alla famiglia Cerciello Rega nel 2019. La richiesta è stata respinta. Un modo per la difesa per dimostrare il processo di maturazione compiuto dal giovane che cozza con la notizia diffusa, proprio nelle stesse ore, e secondo la quale Elder, in carcere a Rebibbia, è stato sorpreso dagli agenti della polizia penitenziaria in cella, nel periodo natalizio, mentre parlava al telefono cellulare con la madre. Per questo il giovane è stato denunciato per il solo utilizzo del cellulare che apparterrebbe, invece, a un suo compagno di cella di origini marocchine. “Il telefono era nelle disponibilità di un detenuto nord africano. Ci sono accertamenti in corso che chiariranno la sua posizione” ha detto sull’argomento a margine dell’udienza di oggi l’avvocato Renato Borzone che insieme al collega Roberto Capra difende Elder.

“La relazione del presidente è stata fedele – hanno aggiunto i due legali – Ci aspettiamo una rilettura degli episodi”. L’avvocato Massimo Ferrandino, legale della vedova “affronteremo – dice – questo appello bis con lo stesso piglio e la stessa attenzione avuta finora. Siamo moderatamente fiduciosi, anche dopo aver ascoltato la relazione del presidente, che saranno chiarite definitivamente anche le ultime sfumature di un processo complesso”.

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