Il 1999 andò in onda per la prima volta su Rai 1 Il Commissario Montalbano, il personaggio ideato da Andrea Camilleri prendeva vita in una serie di film TV che hanno avuto un successo senza precedenti in Italia e anche all’estero.
Da Il Ladro di Merendine a Un diario del ’43, la storia del Commissario di Vigata ha continuato a crescere e ha trovato sempre più consensi, arrivando a essere vista – solo in Italia – da più di un miliardo di telespettatori. Celebrando il suo successo e i suoi 20 anni, Il Commissario Montalbano si prepara a ritornare in TV con due nuovi episodi L’altro capo del filo e Un diario del ’43, entrambi con un filo conduttore comune: sono due storie che parlano di migrazione.
A Tinny Andreatta, presidente di Rai Fiction, è toccato riportare alcuni numeri sul fenomeno Montalbano:
“Era il 1999 quando sono andati i primi due episodi di Montalbano: Il ladro di merendine e La voce del violino, il primo fu candidato agli International Emmy. Ricordiamo i numeri: 34 i film, 24 adattamenti di romanzi mentre gli altri dieci nascono dai racconti, adattati da Francesco Bruni e da altri sceneggiatori. Un programma che ha avuto un apprezzamento in costante crescita, superando gli 11 milioni di telespettatori, anche con le 190 serate con le repliche per un totale di 1.179.869.000 telespettatori”.
Non solo Il Commissario Montalbano è amatissimo all’estero e ha portato la Sicilia e la sua anima in più di 60 Paesi:
“È un prodotto che dura al di là del tempo e che segna una discontinuità della fiction italiana che rimane emblematica. Un prodotto legato alla sua sicilianità, fatta di odori e sapori, che ha conquistato il mondo. Il Commissario Montalbano ha portato il nostro talento migliore in tutto il mondo”.
Le storie in onda l’11 e il 18 febbraio hanno come fil rouge quello della migrazione e sono un adattamento di un romanzo di Camilleri e la fusione di due racconti:
“Ci sono temi forti come sempre e il fil rouge della migrazione, un uomo che se ne va dall’Italia dopo la Seconda Guerra mondiale e torna a Vigata, il passato e il presente – come sempre – si parlano e il tema è declinato in diversi modi. La coincidenza dei due racconti è un tema importante. Un altro tema comune alle due storie è la sfera del femminile”.
Per il direttore di Rai 1, Teresa De Santis, Montalbano ha un valore quasi sentimentale visto che iniziò a lavorare a viale Mazzini vent’anni fa e rappresenta “un punto importante e fondante” per la rete. Una delle chiavi del successo di Montalbano è che ha la stessa squadra realizzatrice e produttiva da anni, squadra guidata dal produttore Carlo Degli Esposti e la sua Palomar:
“Ventiquattro anni fa quando abbiamo iniziato a leggere i primi romanzi di Camilleri nessuno aveva immaginato che la sua maestria avrebbe portato un personaggio in TV e in libreria sempre attuale e che una delle regioni più belle d’Italia sarebbe diventata protagonista di un programma TV. In 40 film, Montalbano si è fatto conoscere dal pubblico e ha trasformato l’Italia e la Sicilia in attrazione mondiale. In questi anni non è mai cambiato nessuno, la squadra si è rafforzata l’uno con l’altro, non è mai stato cambiato niente, siamo andati avanti rafforzandoci, questo è bello e ne vado molto fiero”.
Nei prossimi due film de Il Commissario Montalbano mancherà Marcello Perracchio, l’attore che interpretava il mitico dottor Pasquano e sarà ricordato in un omaggio che ha commosso le star e la troupe de Il Commissario Montalbano:
“Abbiamo deciso di modificare i libri e farlo morire e non solo nella realtà – spiega Degli Esposti – È strano che succeda una cosa del genere è una delle unicità di questo titolo. Nel secondo film entra Dominic Chianese, un attore che ha fatto Il Padrino, I Soprano e interpreta un italoamericano che torna a Vigata. Come spesso è accaduto in passato, nei ruoli dei personaggi di una sola puntata sono transitati fra i migliori attori italiani ed è la prima volta per un italoamericano”.
Da 20 anni a dirigere Il Commissario Montalbano c’è Alberto Sironi che ha raccontato come c’era un approccio diverso più leggero e non c’era il peso di esseri così “amati dal pubblico”. Da 20 anni Montalbano ha il volto di Luca Zingaretti, un ruolo che ha cambiato la vita dell’attore:
“I 20 anni si festeggiano, siamo ancora qui sempre più numerosi, anche se non mi piace autocelebrarmi e le celebrazioni, sono 20 anni che lavoriamo a questa serie TV. Abbiamo potuto lavorare a questi 40 film curando sempre i dettagli”.
Anche Zingaretti ha ricordato Marcello Perracchio, l’attore scomparso a 79 anni:
“I primi anni ci guardavamo in cagnesco poi abbiamo rotto il ghiaccio e siamo diventati amici, 20 anni significa che qualcuno te lo perdi per casa. Mi restano le immagini delle ultime volte che l’abbiamo visitato a casa: un grande vuoto dentro la serie TV e negli spettatori e abbiamo deciso di celebrarlo in scena. Sono convinto che il pubblico celebrerà quest’addio a Pasquano e sarà uno dei momenti più commuoventi, sono contento di lenire questo dolore con questa scena”.
A fare da sfondo alle storie di Montalbano anche quella dei suoi “colleghi” interpretati da 20 anni da Cesare Bocci e da Peppino Mazzotta, rispettivamente Mimì Augello e Fazio.
“Mimì non ha ancora messo la testa a posto – spiega Bocci – voglio dire i nostri personaggi hanno conservato vizi e virtù, è sempre Camilleri che scrive tutto, è perfetto nella descrizione del personaggio: vizi e virtù che ha fatto grande la serie TV di Montalbano”.
“Ero ragazzino avevo 25 anni e adesso sono passati 20 anni – aggiunge Mazzotta – sono cambiato poco, sono stati gli anni più importanti e per ogni momento della mia vita, ho un parallelo che è accaduto a Fazio, abbiamo condiviso la vita e la realtà, ho imparato da Camilleri e da Fazio, faccio davvero fatica a diversificare la realtà e la finzione”.
Anche Max Gusberti fa parte della squadra di Montalbano da 20 anni e ha parlato come in uno di questi episodi si veda un Montalbano inedito:
“In questo film affiora tanto dolore, c’è il ricordo di François, de Il Ladro di merendine, e la sua scomparsa porta per la prima volta in chiesa Montalbano, una pausa di riflessione che lo porta a rivedere immagini che hanno scandito il suo passato. Qualche traccia di quelle grandi emozioni che Andrea Camilleri ha scritto noi abbiamo cercato di renderlo con emozione e grande poesia sullo schermo”.
I due nuovi episodi parlano di migrazione, un tema che ha portato molte polemiche durante la conferenza stampa di presentazione, come specificato da Tinni Andreatta ha specificato il focus dei due episodi:
“La letteratura, cinema e TV tengono dentro la contemporaneità i due episodi sono legati dalla pietas e dal senso di giustizia, quando Montalbano raccoglie un corpo in mare sembra quasi una preghiera laica pensando alla morte di François è una scena attuale con radici nella tragedia greca, Antigone al maschile questa è la chiave con cui è stato raccontato il tema della migrazione”.
Luca Zingaretti non ha voluto esprimere una posizione a riguardo rimandando a un monologo teatrale sul tema Stronzate. Anche il direttore di Rai 1 ha specificato la posizione della rete sul tema specificando che non interessano le “polemiche politiche” sull’argomento. Un personaggio che è diventato grande anche grazie all’interpretazione di Luca Zingaretti:
“Sono cresciuto tanto, abbiamo avuto la fortuna di appoggiarci alla penna di Camilleri che come tutti i grandi scrittori sa benissimo che se un personaggio seriale è amato si deve muovere poco. Quello che deve cambiare per far esprimere il personaggio, la ragione di un successo film, è il contorno, anche i colleghi di Salvo rispondono alle sfide che si presentano a questo personaggio che non cambia mai perché lo vuole il pubblico. Montalbano che deroga e scivola, presenta una sua umanità con cui fa il suo mestiere perché qualsiasi mestiere si fa mettendoci del proprio, come la maestra, il macellaio o l’attore”.






















Il Commissario Montalbano torna con due nuovi episodi ispirati al romanzo L’altro capo del filo e ai due racconti Un diario del ’43 e Being There, la magia dei romanzi di Camilleri continua a ripetersi dal 1999 a oggi.