La Roma-Viterbo tra storia e battaglie dei pendolari
Sommario
“Purtroppo, in negativo, un’altra delle Regioni con maggior numero di pendolari, il Lazio, dove, anche in questo caso, le corse giornaliere effettuate da Trenitalia nel 2019 sono aumentate (un incremento di 4 corse) ma addirittura 18 in meno da parte delle linee gestite da Atac. Anche in questo caso, sono drammatiche le condizioni sulla Roma Nord-Viterbo, con treni sovraffollati e vecchi, e che di conseguenza necessitano di una manutenzione sempre maggiore e non garantiscono la puntualità delle corse”. Queste parole, scoraggianti e drammatiche, provengono dalla pagina 13 di Pendolaria 2021, il rapporto redatto da Legambiente che fa la radiografia della condizione del trasporto ferroviario italiano. L’oggetto del contendere non è una linea periferica qualunque, ma il treno che collega Roma e Viterbo.
La ferrovia Roma Nord, infatti, ogni giorno trasporta circa 75mila pendolari, spesso vittime di disagi e disservizi, come confermato anche dal rapporto, che sottolinea come “nel 2020 su questa tratta sono stati soppressi oltre 5mila treni, con punte di 100 corse saltate al giorno , considerando le 190 totali tra quelle urbane e extraurbane”.
Già, perché la Roma-Viterbo ha una parte urbana, con frequenze più elevate, che collega Piazzale Flaminio e una extraurbana – spesso oggetto di problemi e lamentele – che raggiunge le stazioni di Catalano, Sant’Oreste e Viterbo senza fermarsi nella gran parte delle fermate coperte dalla tratta urbana.
La storia
La storia di questa linea affonda le proprie radici a inizio Novecento, quando venne inaugurata una tranvia che collegava Roma con Civita Castellana. Un collegamento che, nel 1913, arrivò anche a Viterbo, prima della svolta del 1932. Negli anni Trenta, infatti, la Roma-Viterbo venne trasformata in ferrovia su volontà di Benito Mussolini e fu inaugurata simbolicamente il 28 ottobre 1932, nel decennale della marcia su Roma.
Per difendere una storia antica e una linea che porta decine di migliaia di persone al giorno, c’è un comitato di pendolari che – da anni – denuncia e propone soluzioni per migliorare la situazione della Roma Nord. Parliamo del Comitato pendolari Ferrovia Roma Nord, guidato da Fabrizio Bonanni e da una serie di utenti combattivi che non si rassegnano all’idea di subire passivamente le vicissitudini e i disservizi della linea. Così, con strumenti social e digitali, questo gruppo di cittadini riceve segnalazioni sui gruppi Facebook e spesso li gira alla procura o ai gestori della ferrovia sotto forma di esposti e proteste.
I maggiori problemi riguardano la frequenza reale dei treni rispetto agli orari programmati. Poi c’è il discorso relativo alla sicurezza delle stazioni e dei parcheggi in corrispondenza degli snodi ferroviari, nonché del decoro all’interno di vagoni e stazioni.
Poi, in tempo di coronavirus, è sorto un problema di sicurezza, purtroppo condiviso anche da altre ferrovie ex concesse (le ferrovie regionali che transitano a Roma: Roma-Viterbo, Roma-Lido, Roma-Giardinetti), ovvero i vagoni stipati e il mancato rispetto dei protocolli di sicurezza anticovid. Queste sono solo alcune delle battaglie portate avanti da Fabrizio Bonanni, che oramai siede stabilmente sui tavoli convocati per discutere sul futuro della linea insieme ai maggiorenti della Regione Lazio, di Atac e del mondo sindacale. Interlocutore riconosciuto (e un po’ temuto), il Comitato pendolari Ferrovia Roma Nord si rivolge spesso ai sindaci dei paesi coinvolti nella tratta invitandoli a sostenerli e a prendere iniziative a favore della cittadinanza e dei pendolari. Altrettante volte si rivolge alle procure del Lazio e non appare intenzionato a concedere un solo millimetro, se in gioco c’è il futuro della linea.
Il nodo della proprietà
Rilevante è anche il nodo della proprietà. La Roma-Viterbo è della Regione Lazio, con la gestione demandata ad Atac. Dal primo luglio 2021, tuttavia, si dovrebbe verificare il passaggio storico di gestione da Atac a Cotral-Astral, due società in house della regione guidata da Nicola Zingaretti. Una scelta, quella di ricorrere alla modalità in house, che secondo Fabrizio Bonanni nasce dalla volontà di evitare una gara europea e di confrontarsi così con investitori e fornitori stranieri. Ma la partita appare ancora apertissima, perché c’è chi
perderà un ramo d’azienda e chi ne acquisirà un altro. Dovranno passare mezzi e contratti da una società a un’altra e non è lecito supporre che il termine del primo luglio potrebbe essere rimandato.
“La manutenzione dei treni dovrebbe farla Astral mentre i mezzi e i conducenti dei treni dovrebbero essere presi da Cotral – racconta Bonanni a Radiocolonna – ma Cotral i mezzi al momento non li ha e c’è un problema di licenze di guida, visto che il personale di Cotral guida gli autobus ma i treni sono un’altra cosa. Per ora è tutto in divenire”.
Parole che fanno capire come il dossier Roma-Viterbo sarà in cima alle questioni della mobilità laziale anche in futuro. Con la rassicurazione che ci sarà ancora un gruppo di pendolari, agguerriti e appassionati, che daranno filo da torcere a chiunque cerchi di ridimensionare le potenzialità di una linea che collega Roma con la Tuscia da più di centoventi anni.
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