Evasori e furbetti nelle metro di Roma. Il Campidoglio a RC: più addetti alle stazioni

Il presidente della Commissione Mobilità Giovanni Zannola risponde a Radiocolonna su uno dei temi più spinosi della mobilità capitolina

Il servizio di Striscia la Notizia sulla metropolitana di Roma ha riacceso il faro dell’opinione pubblica nazionale su un tema della mobilità capitolina sempre troppo poco dibattuto. Parliamo dell’evasione che ogni giorno si verifica nelle stazioni delle metro capitolina, un fenomeno diffuso ‘democraticamente’ in ogni zona di Roma e su ogni linea: la A, la B e la C. Le strategie per non pagare il biglietto sono diverse e talvolta ingegnose, non servono menti eccelse ma solo un po’ di faccia tosta e si è quasi certi di poter fare una corsa in metro aggratise. C’è il famoso e antico salto del tornello dalla parte dell’uscita, il ‘trenino’ attraverso cui ci si accoda ad un passeggero pagante e si sfrutta l’ingresso per entrare a propria volta. Ma ci sono anche porte lasciate incomprensibilmente aperte o socchiuse per permettere a maestranze o biciclette di entrare: in questo caso non serve nessun salto o entrata di soppiatto, visto che la ‘porta aperta’ è lì, pronta per essere utilizzata da furbetti e disonesti. Il caso documentato da Striscia la Notizia e da un Gimmy Ghione abbigliato da ‘Er Monnezza’ rientra in quest’ultima casistica, con la ‘porta aperta’ della Stazione Pigneto della Linea C presa d’assalto da decine di utenti privi di biglietto o con poca voglia di obliterarlo. Se il danno economico è grave, quello culturale è ancora peggiore. In condizioni di normalità il ‘saltatore del tornello’ dovrebbe essere un reietto e dovrebbe portare a termine la propria missione di soppiatto, con vergogna e discrezione. Ma visto che sta passando il messaggio che nelle metropolitane di Roma si può entrare senza pagare, la vergogna viene sdoganata e il comportamento scorretto è assurto a gesto goliardico, da pischello sbarazzino e non – come dovrebbe essere – un atto grave che arreca un danno a tutta la collettività.

Il fenomeno è serio e richiede misure urgenti per riaffermare il principio che i mezzi pubblici, a Roma, si devono pagare. E che pagare i mezzi pubblici è l’unico modo per creare quel circolo virtuoso che consente di utilizzare gli introiti della bigliettazione per rinnovare bus e infrastrutture.

Che fare quindi? Radiocolonna l’ha chiesto a Giovanni Zannola, consigliere del Partito Democratico nonché presidente della Commissione Mobilità di Roma Capitale.

“Si deve potenziare la presenza degli agenti di stazione che verificano la regolare entrata dell’utenza – spiega Zannola a Radiocolonna – l’Atac sta lavorando proprio per andare in questa direzione”. L’importanza del tema è dunque percepita come tale anche in Campidoglio ed è chiaro che ogni innovazione tecnologica sulla bigliettazione e tutti i dibattiti più o meno costruttivi a nulla valgono se, nel principio come nella pratica, non passasse un messaggio di rigore sul tema dell’evasione tariffaria.

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