Intelligenza Artificiale, una sfida da accettare. E vincere

Al Tempio di Vibia Sabina e Adriano il grande dibattito organizzato dalla Camera di commercio di Roma. Per cogliere le opportunità di una rivoluzione epocale

Governare l’Intelligenza Artificiale è possibile? Forse sì. Nel dubbio, tanto vale provarci, se non altro perché l’economia ha da guadagnarci. Da queste premesse è partito il grande convegno organizzato lo scorso pomeriggio dalla Camera di commercio di Roma, presso il Tempio di Vibia Sabina e Adriano a Piazza di Pietra. Padrone di casa il presidente della Cciaa, Lorenzo Tagliavanti, da anni in prima linea per il rilancio dell’economia romana.

Il tema è di quelli caldi, caldissimi. La stessa premier Giorgia Meloni ne ha parlato nel corso della sua conferenza stampa di inizio anno: l’Intelligenza Artificiale è, anzi può essere, un’arma per la crescita. A patto che la si domi e la si governi a dovere, mettendola al servizio del progresso e del lavoro. In caso contrario, il rischio è di cannibalizzare il mercato, polverizzando decine di professioni.

Tagliavanti ha riunito nella splendida cornice della storica sede della Cciaa esperti, economisti, con una spruzzata di palazzo, in un evento, Governare l’intelligenza artificiale. Dove siamo, dove dobbiamo arrivare, organizzato insieme a Maker Faire, la fiera dell’innovazione che ogni anno fa il pieno di visitatori a Roma, per discutere di Intelligenza Artificiale, all’indomani dell’approvazione dell’AI Act, il primo regolamento europeo in materia.

“Con l’Intelligenza Artificiale”, ha spiegato Tagliavanti, “siamo alla vigilia di una rivoluzione epocale, una delle più importanti dell’umanità: il rapporto tra uomo e digitale, così come lo conosciamo, cambierà in modo radicale e l’impatto sulle vite di ognuno di noi e sull’attività di ogni singola impresa sarà senza precedenti. Tutte queste innovazioni, però, non devono fuggire dal controllo umano, perché è proprio questo che viene messo in discussione, l’intelligenza: noi siamo gli unici animali al mondo che riescono ad attivare l’intelligenza”.

La sfida c’è tutta e va raccolta insomma. Ne potrebbe valere la pena. “Nella storia l’introduzione dei motori a scoppio ha portato ad un incremento della ricchezza globale dello 0,3%, la robotizzazione nelle fabbriche l’ha aumentata dello 0,4%, la diffusione informatica dello 0,6%. Per quanto riguarda l’Intelligenza Artificiale si pensa ad una crescita del 16%. Una dimensione enorme, per questo è importante che tutti ne discutano nei diversi ambiti, non solo gli specialisti. L’Ia determinerà il nostro futuro”.

Brando Benifei, europarlamentare ma soprattutto relatore del AI act, ha infine dato la cifra del passo avanti compiuto dall’Europa. “Questo regolamento è il frutto di un lavoro pluriennale, uno sforzo lungo per adattare una normativa che all’inizio si concentrava sostanzialmente su pratiche già esistenti. Quello che prima nel regolamento non c’era e che il Parlamento ha ampiamente scritto sono le regole di safety, di sicurezza per i modelli più potenti e il tema della trasparenza per la riconoscibilità dei contenuti prodotti dall’intelligenza artificiale. Li renderemo riconoscibili con una etichetta invisibile, una filigrana digitale, che verrà letta da tutti i dispositivi, come televisori, computer e cellulari”. Avanti tutta.

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