La trasformazione di Roma: vanno giù gli ecomostri e si accendono le luci nei cantieri

Dalla Muratella a Corviale le periferie cominciano a cambiare volto. Gualtieri: “Stiamo pensando di fare delle visite ai cantieri, così come si fa nei musei, perché c’è un grande interesse della cittadinanza"

L'avvio della demolizione.

Se è vero che il presente è sempre un punto di snodo tra passato e futuro, mai come in questa settimana a Roma è emerso con evidenza che la Capitale si trova al confine tra la città di ieri e quella di domani. Il tema della rigenerazione urbana, tra le strade cittadine e soprattutto nelle periferie, comincia a essere palpabile. Alla Muratella, periferia sud ovest, qualche giorno fa sono arrivate le ruspe. In 18 mesi demoliranno l’ecomostro che, negli ultimi 15 anni, è diventato l’ex centro direzionale di Alitalia, abbandonato dal 2008 e teatro di due incendi nel 2019 e 2020. L’area di oltre 106 mila metri quadrati diventerà uno spazio residenziale, con 1.300 abitazioni e tutti i servizi di quartiere necessari, dai negozi ai parchi, ai parcheggi interrati. Una quota di 320 unità immobiliari sarà affittata con un canone di locazione di 5 euro al metro quadro per favorire le fasce sociali economicamente più deboli, a partire dalle giovani coppie. È una demolizione che fa eco a quelle avviate nei mesi precedenti, quando le ruspe sono arrivate all’ex residence Bravetta e all’ex scuola Don Calabria di via Cardinal Capranica. Presto i mezzi arriveranno anche all’ex Fiera di Roma: dovrebbe essere la prossima demolizione importante in ordine di tempo.

E per tutto quello che sta andando giù, da qualche altra parte qualcosa viene tirato su. A Corviale, a nord ovest della città, quartiere simbolo di certe periferie dimenticate da quarant’anni e più, sono infatti cominciati i lavori di costruzione del Palazzetto dello Sport: l’impianto è l’opera più imponente del pacchetto da 58 milioni di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che sarà affiancata dalla ristrutturazione di 122 alloggi popolari e dalla realizzazione, attraverso il recupero di immobili e spazi abbandonati, di una biblioteca e di un centro civico, di una cavea per gli spettacoli con tanto di piazzetta per le arti e l’artigianato, di due parchi. In piazza del Campidoglio sono stati accesi, con tanto di dimostrazione a cura del sindaco Roberto Gualtieri, munito di tablet, i primi 4 hotspot della rete 5G: un sistema di connessione a internet notevolmente più veloce di quelli in uso finora in città. Sarà totalmente gratuito e accessibile a chiunque, in 65 delle 100 piazze totali previste, entro dicembre e raggiungerà anche le principali stazioni metropolitane interessate dai flussi giubilari.

È così che, passando per gli oltre 5 mila cantieri attivi in città, la Roma di domani sta lentamente prendendo il sopravvento su quella di ieri. Ma nel mezzo del presente è difficile immaginare il futuro e così il sindaco Gualtieri, in un confronto con giovani studenti alla Casa del Cinema, ha annunciato: “Stiamo pensando di fare delle visite ai cantieri, così come si fa nei musei, perché c’è un grande interesse della cittadinanza ed è bello che ci sia un coinvolgimento”. E subito la mente degli spettatori è andata all’iniziativa sperimentale promossa da due assessori del Municipio 6 di Milano, su proposta di un’associazione: un trenino elettrico, con tanto di guida, per portare i cittadini alla scoperta dei lavori pubblici in corso sul territorio.

Il mezzo milanese, subito battezzato Trenino degli Umarèll – termine dialettale per indicare i pensionati che si aggirano attorno ai cantieri – ha effettuato 8 corse a ottobre. Sono andate tutte sold out in breve tempo e hanno acceso le luci non soltanto sui cantieri ma anche su zone della città che difficilmente rimbalzano all’onore delle cronache. “I cantieri oltre a essere elementi di fatica e spesso complicazione per i cittadini, nella vita quotidiana, sono anche una grande speranza e apertura verso il futuro”, ha scritto sui suoi social l’assessora alle Politiche sociali del Municipio 6 di Milano, Francesca Gisotti.

Roma, dopotutto, già ci sta andando verso il futuro. E l’idea che si porti dietro anche la cittadinanza c’è. Manca soltanto il mezzo, che sia un trenino, un bus o un tram; e il nome che, invero, è la parte più difficile: che sia locale e allo stesso tempo internazionale, che ricordi la Roma ieri, per trarre insegnamento dal passato, e profili la Roma di domani, per iniettare speranza in una città rimasta ferma per troppi decenni.

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