Marco Colarossi, per il momento, resta al suo posto in Consiglio regionale del Lazio. Ma scoppia il caso nel M5s. Vincenzo D’Antò, primo dei non eletti del Movimento, ricorrerà al Tar e al Tribunale civile per annullare il voto odierno dell’Aula della Pisana che ha respinto l’annullamento dell’elezione di Colarossi a consigliere e la conseguente sostituzione con lo stesso candidato D’Antò. “Oggi si è creata una situazione non conforme alla onorabilità del Consiglio regionale per il semplice motivo che la politica si è messa al di sopra della legge”, ha detto il consigliere comunale di Civitavecchia Vincenzo D’Antò, interpellato da “Agenzia Nova”. “C’è una norma nazionale la quale stabilisce che in caso di accertata ineleggibilità un consigliere deve decadere. Ma il Consiglio regionale ha deciso di fregarsene e votare contro – ha sottolineato D’Antò -. Io presenterò ricorso sia al Tar che al Tribunale civile. Quindi la conferma di Colarossi non è scontata, perché la sua ineleggibilità è stata accertata” dalla Giunta delle elezioni.
L’Aula ha votato contro, a scrutinio segreto, la proposta di deliberazione consiliare, di iniziativa del presidente del Consiglio regionale, Antonello Aurigemma, in attuazione della decisione adottata dalla Giunta delle elezioni nella seduta del 18 maggio 2023. La decisione della Giunta si basava sulla questione legata alla presunta ineleggibilità di Colarossi in Consiglio regionale, in quanto dipendente della Regione al momento della presentazione delle liste elettorali. Intanto, il gruppo del M5s in consiglio regionale ha accolto con soddisfazione la conferma di Colarossi. In Aula era presente anche la ex sindaca di Roma, Virginia Raggi. “Io immagino che l’esultazione da parte dei miei colleghi della Pisana sia dovuta ad una carenza di conoscenza su quello che è successo, altrimenti mi dispiace anche per loro, perché il resto del Movimento, tutto, conosce qual è la situazione. Io andrò avanti per vie legali, affinché la verità venga fuori”. Con il ricorso al Tar D’Antò ha però la possibilità di ribaltare l’esito della votazione consiliare.