Stellantis: a Cassino si torna ai tempi del Covid

Di male in peggio. Poco più di 10.000 vetture prodotte, il 34% in meno rispetto allo scorso anno, un calo che oscilla tra il 50% e il 60% paragonando i numeri del primo semestre di quest’anno con il 2021, 2022 e 2023. E addirittura peggio del Covid: nel 2020, infatti, quando tra marzo e maggio […]

photo credit: https://www.stellantis.com/

Di male in peggio. Poco più di 10.000 vetture prodotte, il 34% in meno rispetto allo scorso anno, un calo che oscilla tra il 50% e il 60% paragonando i numeri del primo semestre di quest’anno con il 2021, 2022 e 2023. E addirittura peggio del Covid: nel 2020, infatti, quando tra marzo e maggio lo stabilimento Stellantis di Cassino restò chiuso per diverse settimane a causa della pandemia, al 30 giugno si registravano comunque 14.692 vetture sfornate. Quest’anno, al 30 giugno 2025 sono state infatti solamente 10.500 le vetture prodotte.

Il report illustrato ieri dalla Fim-Cisl è preoccupante. La fotografia, impietosa, mette a nudo una realtà che gli operai stanno vivendo ormai da anni, fatta di buste paga decurtate dagli ammortizzatori sociali, lunghi periodi di stop, uscite incentivate e poche certezze sul futuro. Il segretario Ferdinando Uliano non nasconde la preoccupazione, e durante la conferenza di ieri nella quale ha illustrato il report ha posto l’accento sullo slittamento dei nuovi modelli di Stelvio e Giulia, rinviati al 2026.

E poi c’è da dire che nelle prime due settimane di giugno, a Cassino non si è lavorato. La ragione, ormai una costante amara, è sempre la stessa: la mancanza di commesse. I dati dei primi cinque mesi del 2025 parlano chiaro e disegnano un quadro di profonda precarietà per le “tute rosse” dell’Alfa Romeo. In questi mesi, i lavoratori hanno operato, in media, per meno di dieci giorni al mese. Dal 1° gennaio ad oggi, lo stabilimento ha registrato infatti appena 48 giorni di lavoro su un totale di 98.

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