Cambiamento climatico: rapporto Svimez, regioni del sud Italia più a rischio

Il 2022 è stato l'anno più caldo e siccitoso mai registrato in Italia, con una temperatura media superiore di 1,23°c rispetto al trentennio 1991-2020

Il cambiamento climatico colpisce diversamente le regioni, con la Sicilia a maggior rischio desertificazione (70 per cento del territorio minacciato da insufficienza idrica), seguita da Molise (58 per cento), Puglia (57 per cento) e Basilicata (55 per cento). E’ quanto emerge dal rapporto Svimez 2023 “L’economia e la società del Mezzogiorno” presentato questa mattina al Tempio di Adriano, Roma.

Le temperature più elevate hanno effetti economici differenziati tra nord e sud, con le regioni settentrionali che potrebbero vedere un aumento del Pil (+0/2 per cento) e il sud una significativa riduzione (-1/3 per cento), con picchi superiori al -4 per cento in Campania e Sicilia. Il cambiamento climatico impatta su diversi settori, tra cui energia, turismo, assicurazioni, immobiliare e trasporti. Il 2022 è stato l’anno più caldo e siccitoso mai registrato in Italia, con una temperatura media superiore di 1,23°c rispetto al trentennio 1991-2020 e una diminuzione delle precipitazioni del 22 per cento rispetto alla media 1991-2020.

È essenziale accelerare la produzione di energie rinnovabili in Italia, con particolare attenzione al Mezzogiorno, che ha il potenziale per diventare un polo produttivo strategico. Ma occorre superare l’idea del Mezzogiorno come mero hub energetico europeo, che è in contraddizione con il nuovo approccio europeo alle politiche industriali e soprattutto risulta miope rispetto agli obiettivi di autonomia energetica, competitività industriale e coesione territoriale. La capacità installata di energie rinnovabili in Italia è cresciuta nel 2022, ma è ancora insufficiente per raggiungere gli obiettivi europei. Le regioni del sud, come la Sicilia, la Puglia e la Campania, hanno registrato una crescita sopra la media nazionale. Questi progressi però nascondono la sotto-dotazione manifatturiera e la dipendenza strategica dalle importazioni asiatiche nel comporto delle tecnologie verdi (pannelli, turbine e biocarburanti), che nel 2022 sono raddoppiate (+104 per cento) a 22 miliardi a livello europeo. Proprio in questo settore si potrebbe dispiegare il potenziale del Mezzogiorno, che a partire dalle eccellenze sul territorio può ambire a diventare un polo produttivo strategico rispetto agli obiettivi di sicurezza energetica e autonomia strategica europea.

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