Conclave: gli occhi del mondo sul Vaticano, oggi la prima votazione

È prevista una sola fumata, da domani due al giorno: una a fine mattino, l'altra a fine pomeriggio

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È il giorno del Conclave. Alle 16.30 i cardinali si riuniranno per la prima volta per l’elezione del nuovo Papa dopo la morte di Francesco. Nella giornata di oggi è prevista una sola fumata, da domani due al giorno: una a fine mattino, l’altra a fine pomeriggio salvo che alla prima votazione ci sia già il nome del nuovo Pontefice. Come noto la fumata nera indica che non è stata raggiunta la maggioranza, mentre la fumata bianca che è stato eletto il nuovo vescovo di Roma. I 133 cardinali elettori chiamati a scegliere il 267mo Romano Pontefice avranno tra le mani una scheda di forma rettangolare con la scritta “Eligo in Summum Pontificem” nella metà superiore e “il posto per scrivere il nome dell’eletto” nella metà inferiore e “fatta in modo da poter essere piegata in due”. Ciascun cardinale elettore, in ordine di precedenza, dopo aver scritto e piegato la scheda, tenendola sollevata in modo che sia visibile, la porta all’altare, dove stanno gli scrutatori e sul quale è posto un recipiente coperto da un piatto per raccogliere le schede. “Chiamo a testimone Cristo Signore, il quale mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto”: questa la formula che dirà, poi, ad alta voce, ogni cardinale, che depone, quindi, la scheda nel piatto e con questo la introduce nel recipiente. Al termine fa inchino all’altare e torna al suo posto.

Dopo che tutti i cardinali elettori avranno deposto la loro scheda nell’urna, il primo scrutatore agita l’urna più volte per mescolare le schede e, subito dopo, l’ultimo scrutatore procede al conteggio delle schede prendendole in maniera visibile una ad una dall’urna e riponendole in un altro recipiente vuoto. Se il numero delle schede non corrisponde al numero degli elettori, bisogna bruciarle tutte e procedere subito ad una seconda votazione. Se invece corrisponde al numero degli elettori, segue lo spoglio. L’ultimo degli scrutatori, man mano che legge le schede, le perfora con un ago nel punto in cui si trova la parola Eligo, e le inserisce in un filo, perché possano essere più sicuramente conservate. Al termine della lettura dei nomi, i capi del filo vengono legati con un nodo, e le schede vengono poste in un recipiente o ad un lato della mensa. A questo punto si procede con il conteggio dei voti, poi, dopo il loro controllo, le schede vengono bruciate in una stufa in ghisa usata per la prima volta durante il Conclave del 1939. Una seconda stufa, del 2005, collegata, serve per le sostanze chimiche che devono dare il colore nero in caso di non elezione e quello bianco nel caso di elezione.

Per l’elezione del Romano Pontefice occorrono almeno i 2/3 dei voti. Nel caso specifico del Conclave che inizierà mercoledì 7 maggio serviranno 89 voti per eleggere il Papa, essendo il numero dei porporati elettori di 133. Sia che il Papa venga eletto o meno, i revisori devono procedere al controllo sia delle schede sia delle annotazioni fatte dagli scrutatori, per accertare che questi abbiano eseguito esattamente e fedelmente il loro compito. Subito dopo la revisione, prima che i cardinali elettori lascino la Cappella Sistina, tutte le schede vengono bruciate dagli scrutatori, con l’aiuto del segretario del Collegio e dei cerimonieri, chiamati nel frattempo dall’ultimo cardinale diacono. Se, invece, si dovesse procedere immediatamente ad una seconda votazione, le schede della prima votazione saranno bruciate solo alla fine, insieme con quelle della seconda votazione. Le votazioni vengono fatte ogni giorno, due al mattino e due al pomeriggio, e se i cardinali elettori avessero difficoltà nell’accordarsi sulla persona da eleggere, dopo tre giorni senza esito, gli scrutini vengono sospesi al massimo per un giorno, per una pausa di preghiera, di libero colloquio tra i votanti e di una breve esortazione spirituale, fatta dal cardinale primo dell’ordine dei diaconi.

Quindi riprendono le votazioni. Dopo sette scrutini, se non è avvenuta l’elezione, si fa un’altra pausa di preghiera, di colloquio e di esortazione, tenuta dal cardinale primo dell’ordine dei presbiteri. Si procede poi ad un’altra eventuale serie di sette scrutini, e se non si raggiunge l’esito è prevista una nuova pausa di preghiera, di colloquio e di esortazione, tenuta dal cardinale primo dell’ordine dei vescovi. Quindi riprendono le votazioni, al massimo sette. Se non c’è elezione, viene dedicato un giorno alla preghiera, alla riflessione e al dialogo e nelle successive votazioni, si dovrà scegliere fra i due nomi che nel precedente scrutinio avevano ottenuto il maggior numero di voti. Anche in questi scrutini è richiesta la maggioranza qualificata di almeno due terzi di suffragi dei cardinali presenti e votanti, ma in queste votazioni, i due cardinali sui quali viene richiesto il voto, non possono votare.

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