Ita al palo. La cessione finisce nel limbo

Ita in stallo. Prosegue la costosissima telenovela tra il governo e l’ex Alitalia, 100% proprietà del Tesoro. Tutto secondo il copione tradizionale: mantenere in vita ai danni dei contribuenti il carrozzone pubblico inefficiente (utile solo per politiche consociative) e ormai privo di ruolo sul mercato del trasporto aereo, anche domestico. La rivoluzione, che doveva avvenire […]

Ita airways

Ita in stallo. Prosegue la costosissima telenovela tra il governo e l’ex Alitalia, 100% proprietà del Tesoro. Tutto secondo il copione tradizionale: mantenere in vita ai danni dei contribuenti il carrozzone pubblico inefficiente (utile solo per politiche consociative) e ormai privo di ruolo sul mercato del trasporto aereo, anche domestico. La rivoluzione, che doveva avvenire con la nascita di Ita sulle ceneri di Alitalia, c’è stata, ma in senso contrario.

Se prima Alitalia perdeva un milione al giorno, ora ne perde quasi due con l’aggravante che gestisce la metà della flotta della vecchia compagnia di bandiera. A questi costi vanno aggiunti quelli incalcolabili, senza fine, della cassa integrazione a cui è stato aggiunto un esercito di addetti con la nascita di Ita per la fantomatica vendita. Ita in amministrazione controllata, nel 2017 per evitare il fallimento alla fine nel 2021, è stata pubblicizzata per essere risanata e poi venduta dal Ministero dell’Economia, attuale unico azionista.

Adesso però, come ha scritto Repubblica, c’è bisogno di un alleato forte che non la costringa a un piano di risparmi e dolorosi tagli (tra cui un ridimensionamento sulla preziosa linea di Linate). Secondo Fabio Lazzerini, amministratore delegato di Ita, e Roberto Carassai, direttore finanziario della compagnia, spetterebbe al Mef decidere. Appunto.

 

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