Roma, bisognava aumentare il costo del biglietto dei bus durante il Giubileo?

La provocazione di Odissea Quotidiana: un’occasione persa.

È stato uno dei temi caldi del 2024 quello che ha visto confrontarsi i sostenitori dell’aumento del BIT nella Capitale con i contrari. A febbraio 2025 una delibera della giunta laziale guidata da Francesco Rocca ha stabilito un aumento – dal 1 luglio 2025 – di alcune tipologie di ticket: biglietti da 24, 48 e 72 ore e il ticket settimanale. Una soluzione di compromesso, che scontenta pochi utenti ma che probabilmente inciderà molto poco sulle casse del tpl capitolino. Una soluzione più incisiva sarebbe stata certamente l’aumento a 2 euro del BIT senza toccare gli abbonamenti mensili e annuali, utilizzati da studenti, lavoratori e utenti abituali del trasporto pubblico romano. Eppure anche quest’aumento è stato ritenuto inopportuno perché avrebbe creato un ulteriore solco tra il servizio pubblico e i suoi fruitori potenziali che – viceversa – andrebbero incentivati certamente non con un aumento tariffario bensì con un miglioramento del servizio. Insomma, la polemica c’è, non si è mai sopita e i blogger di Odissea Quotidiana sono tornati recentemente sull’argomento rincarando la dose: in sintesi, dice OQ, non aumentare i biglietti del bus durante l’Anno Santo è stato un grosso errore.

“Il Giubileo con due Papi sarebbe stato una maniera perfetta per fare cassa a fronte dell’importantissimo flusso turistico – spiegano i blogger – non un esercizio puramente fine a sé stesso o per risanare le casse dell’Atac, che da un paio di anni godono di ottima salute, ma di una giusta ‘tassazione’ nei confronti di chi in questi mesi sta utilizzando i servizi cittadini pur non vivendoci. Parliamo di finanziamenti utili per continuare progettazioni e gli investimenti di cui la città ha un enorme bisogno, come il rinnovo delle 27 stazioni della metro A, in larga parte sostenuto da fondi pubblici, quindi dalle nostre tasse, così come lo svecchiamento della flotta di superficie che in parte Atac ha sostenuto mediante l’autofinanziamento”.

La non-scelta, quindi, sarebbe una grande occasione persa.

“La scelta presa, invece, anziché tutelare chi il trasporto pubblico lo usa assiduamente, ovvero gli abbonati Metrebus, non ha fatto altro che far sfumare una preziosa opportunità di guadagno per Roma per la felicità di sedicenti comitati pendolari – concludono – e con il muro dei ticket triplicati per i torpedoni venuto a meno, la Città Eterna è destinata a restare un mero parco giochi di un turismo mordi e fuggi che non porterà benefici economici a noi che la viviamo”.

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