Il Tevere e l’incuria istituzionale avvelenano il mare di Roma

Finalmente siamo arrivati al nostro mare di Roma, ma quel mare che tanto amiamo ci riserva brutte soprese perchè Goletta Verde l'ha esaminato e i risultati sono tossici. E' tutta colpa nostra? Anche, ma le grandi colpe le hanno quelle autorità che dovrebbero sovraintendere al benessere nostro e del mare della Capitale

Fino a pochi giorni fa pareva che il mare di Roma, il nostro mare, fosse un vanto per tutta la Nazione. Improvvisamente e dopo la pubblicazione dei dati di Goletta Verde e Legambiente le acque di Nettuno, Anzio, Cerveteri, Santa Marinella, Ostia e Fiumicino, più tante altre, sono diventate un habitat ideale per batteri e microorganismi come escherichia coli o enterococchi.

Al bagnante l’acqua può sembrare “pulita” e più che invitante, ma dentro a quell’azzurro si nascondono tanti, troppi veleni pericolosi per noi e per la fauna marina che lo abita.

Ma perchè dircelo proprio adesso, quando bene o male siamo tutti sulla battigia? Forse perchè questa informazione così negativa ha più impatto sull’opinione pubblica e soprattutto sulle autorità che tutto dovrebbero vegliare e risolvere. Fatto sta che escherichia si escherichia no, pare lascino indifferenti i sopradetti e i bagnanti stessi, perchè i campioni che Goletta Verde ha raccolto si riferiscono a zone estremamente frequentate e di balneazione “intensiva”.

Tutto serve ad inquinare quel mare che idealizziamo per tanti mesi; questo dramma che, prima o poi ci impedirà di buttarci in acqua sembra quasi non riguardarci e non ci entra in testa che quel sacchetto di monnezza gettato come capita in Città, con il giusto tempo e lo scorrere naturale di fiumi, fossi, verso il mare, potremmo anche ritrovarcelo fra una bracciata e l’altra. Già, perchè gran parte dell’avvelenamento delle onde con cui giochiamo arriva, dritto filato, dai corsi d’acqua che lì sfociano.

Il Tevere, che biondo non è più da molti decenni, è l’indiziato per eccellenza con il suo lungo percorso e la sua portata continua e importante. La foce del fiume fra Ostia e Fiumicino, fra Fiumara Grande e l’Idroscalo sono risultate fortemente inquinate da colonie di batteri. E’ tutta colpa della pipì che accompagna ogni nostro singolo tuffo? Non è cosa da farsi, d’accordo, ma le responsabilità vere e cruciali sono ben altre e stanno sedute comode comode sulle poltrone della regione e su quelle di Roma Capitale; il sistema di depurazione va rivisto, ripensato e modernizzato, gli scarichi abusivi di industrie e coltivazioni vanno controllati, contrastati e severamente puniti i trasgressori.

Pensate che esistono ancora scarichi fognari clandestini che finiscono nel fiume. Ma questi grossi inquinatori non ci assolvono, però, dal fare la nostra parte e di seguire al meglio il concetto di raccolta differenziata.

Dio non voglia che il vostro bambino si trovasse fra le mani quella scatoletta di tonno che avete buttato, chissà dove senza neanche rendervi conto di quanto tagliente sia e di quanto tetano possano portare i suoi bordi ormai arrugginiti.

 

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