Francesco Rocca, da manager della sanità a presidente della Regione Lazio

Scelto dalla coalizione di centrodestra tra la rosa di candidati proposti da Giorgia Meloni, insieme a lui nella terna c’erano Fabio Rampelli e Nicola Procaccini

Da avvocato penalista, in prima linea per la difesa di alcuni pentiti di mafia, a esperto di emergenze internazionali, ruolo che lo ha portato ai vertici della Croce rossa italiana e internazionale alla presidenza della Regione Lazio.

Classe 1965, nato a Roma, una laurea in giurisprudenza e un passato da manager nella sanità, Francesco Rocca è stato eletto ieri ai vertici regionali con il 53,88 per cento delle preferenze nella coalizione del centrodestra unito, dopo una campagna elettorale fatta stoccate indirizzate soprattutto al suo passato, per via di una condanna per droga quando aveva 19 anni.

Scelto dalla coalizione di centrodestra tra la rosa di candidati proposti da Giorgia Meloni, insieme a lui nella terna c’erano Fabio Rampelli e Nicola Procaccini. Un nome, quello di Rocca, che era circolato anche nei giorni di formazione del governo come possibile ministro della Salute proprio per il suo lungo impegno nell’ambito sanitario. Avvocato penalista di professione, infatti, Rocca si avvicina al volontariato sin dai primi anni degli studi universitari: prima al fianco del Jesuit Refugee Service, poi con la Caritas, fino a diventare presidente della Croce rossa italiana nel 2013. Il supporto alle istituzioni inizia parecchi anni prima, quando nel 2003 Rocca viene scelto dall’allora governatore del Lazio, Francesco Storace, come Commissario straordinario dell’ospedale Sant’Andrea di Roma, prima, e come direttore generale dello stesso, poi.

L’incarico come presidente della Cri viene rinnovato a Rocca anche nel 2020, ma le sue dimissioni arrivano il 19 dicembre 2022, quando viene scelto come candidato della coalizione per traghettare il centrodestra alle elezioni del Lazio. Prima giungono le dimissioni, con una nota stampa sul sito della Croce Rossa, poi l’investitura ufficiale della coalizione al ruolo di candida. Un’ipotesi civica che, alla fine, dopo settimane, mette tutti d’accordo. Esclusa solo una parte di Fratelli d’Italia e Forza Italia locale, che invece avrebbero optato per un’alternativa più politica per non ripetere “l’effetto Michetti” a Roma. La scelta, su cui Giorgia Meloni ha puntato in prima persona, tuttavia si è mostrata vincente, fin dai primi sondaggi. Favorito, in parte dalla spaccatura tra Pd e M5s, ma anche dalla tendenza delle ultime elezioni politiche in cui il centrodestra, e in particolare Fratelli d’Italia, hanno ottenuto schiaccianti consensi. Non a caso la prima telefonata, da governatore eletto, ieri sera Rocca l’ha fatta a Giorgia Meloni: e il presidente del Consiglio ha offerto il suo supporto.

Approfondimento nel dossier

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014