Al cinema nel 2018 abbiamo sorriso, pianto, rivissuto epoche passate e visto storie da ricordare. Quali sono i titoli che ci hanno lasciato un segno in quest’anno? Da A Quiet Place a Dogman, ecco tutti i film più belli del 2018.
A Quiet Place, John Krasinski
Con John Krasinski, Emily Blunt, Millicent Simmons
L’horror atipico diretto da John Krasinski ci trasporta in una realtà distopica in cui un gruppo di alieni è attratto dal rumore. Questa premess porta lo spettatore a non emettere alcun suono per tutta la durata del film, un horror in cui Krasinski, anche attore protagonista, riscrive le regole dell’horror terrorizzando con la (quasi) totale assenza di suoni. L’attore e regista con la regia del suo terzo film firma la sua opera migliore.
(5 aprile, 20th Century Fox)
Un Affare di Famiglia, Hirokazu Kore-eda
Con Lily Franky, Sakura Andô, Mayu Matsuoka
La Palma d’Oro a Cannes è in assoluto uno dei film più belli del 2018: il regista giapponese Hirokazu Kore-eda porta sullo schermo la storia di una famiglia sui generis nata grazie “alla delinquenza”, ma dove vige un enorme amore. Lo spettatore non li giudica, riconosce in loro onestà e una purezza di sentimenti introvabile altrove perché – come dice uno dei protagonisti – la famiglia uno se la scioglie. Un capolavoro che rappresenterà il Giappone agli Oscar ed è stato scelto nella lista di 9 film dai quali si sceglieranno i cinque della rosa.
(13 settembre, BIM)
BlacKkKlansman, Spike Lee
Con John David Washington, Adam Driver
La vera storia di un poliziotto afro-americano che s’infiltrò nel Ku Klux Klan viene riportata nel film del regista più schierato negli USA che torna ai vecchi fasti di un tempo. I due agenti Ron e Phil si “scambiano” i ruoli (uno vuole giustizia, l’altro è alla ricerca di sé) e riescono a distruggere l’America più razzista. Un ritratto degli USA nei 70s che è così drammaticamente reale.
(27 settembre, Universal Pictures)
Charley Thompson, Andrew Haigh
Con Charlie Plummer, Travis Fimmel, Chloë Sevigny
Presentato in Concorso a Venezia nel 2017, il bel film di Haigh è passato al cinema quasi in sordina, ma è un film perfetto. Un coming-of-age con protagonista il 15enne Charley che attraversa gli USA con un cavallo anziano, Lean On Pete, salvandolo dal mattatoio. Come per i suoi precedenti film, Haigh mette al centro del film Charley (interpretato dal Premio Mastroianni Charlie Plummer), l’attore americano lo ricambia con una performance toccante e perfetta in ogni inquadratura. Definirlo un road movie sarebbe riduttivo, un film splendido con cui Haigh mantiene il livello dei suoi precedenti Weekend e 45 Anni.
(5 aprile, Teodora Film)
Chiamami col tuo nome, Luca Guadagnino
Con Timothée Chalamet, Armie Hammer
Il romanzo di André Aciman prende vita nel film diretto da Guadagnino e sceneggiato da James Ivory. La storia d’amore estiva fra Elio e Oliver riporta lo spettatore ai primi amori quelli che fanno ancora battere il cuore e quelli che ce l’hanno spezzato. Girato in Italia, Chiamami col tuo nome descrive una storia profondamente umana con estrema eleganza, una gioia per gli occhi dal primo all’ultimo frame.
(25 gennaio, Sony Pictures)
Cold War, Pawel Pawlikowski
Con Tomasz Koc, Johanna Kuling
Una guerra d’amore ai tempi della guerra fredda: l’amore di Wiktor e Zula – che si chiamano come i genitori del regista – è in parte anche la guerra fredda del titolo. Si amano, si lasciano, si insultano, si prendono, si ritrovano per perdersi di nuovo. La loro storia d’amore è al centro del background storico, un amore fatto di silenzi, non detti e rimorsi in cui spetta a chi lo guarda aggiungere parole, sentimenti.
(20 dicembre, Lucky Red)
La donna dello scrittore, Christian Petzold
Con Franz Rogowski, Paula Beer
Ispirato al romanzo Transit, al centro del bellissimo La donna dello scrittore una storia d’amore fra due rifugiati in attesa di lasciare l’Europa durante la Seconda Guerra Mondiale. I due protagonisti, Georg e Marie, sono anime in transito, in attesa di un visto, un documento che possa loro permettere una vita migliore. Petzold ha scelto di ambientare la storia nella Marsiglia dei giorni nostri. Marie e Georg si ritrovano a essere sospesi nel tempo, fra passato, presente.
(Academy Two, 25 ottobre)
La donna elettrica, Benedikt Erlingsson
Con Halldóra Geirharðsdóttir
Il regista islandese Erlingsson porta sullo schermo la storia dell’eco-guerrigliera Halla, alla cappa preferisce il maglione tipico islandese, lopapeysa, e distrugge i tralicci dell’energia elettrica con frecce e arco. La domanda – inviata anni fa – di adozione cambierà la sua prospettiva. Una favola eco islandese che ha vinto il premio LUX, il riconoscimento assegnato ogni anno dal Parlamento europeo al miglior film dell’Unione.
(Teodora, 13 dicembre)
Dogman, Matteo Garrone
Con Marcello Forte, Edoardo Pesce
L’ultimo film di Matteo Garrone riporta l’attenzione sull’omicidio del Canaro, anche se con il “fattaccio” di cronaca ha ben poco da spartire. L’estrema gentilezza di Marcello, toelattatore di una sconosciuta periferia italiana, viene messa a dura prova dai continui insulti verbali e fisici di Simone, il bullo del quartiere. In lizza per la Palma d’Oro e agli Oscar, il film deve molto ai suoi due protagonisti, soprattutto Marcello Forte, migliore attore al Festival di Cannes. Lo stesso Garrone ha affermato che senza la dolcezza del suo “Marcello” il fil non si sarebbe mai fatto.
(01 Distribution, 17 maggio)
Il filo nascosto, Paul Thomas Anderson
Con Daniel Day-Lewis, Vicky Krieps
L’ultima prova d’attore di Daniel Day-Lewis è una distruttiva storia d’amore ambientata negli anni 50 a Londra. Il sarto Reynold Woodcock ha vestito regine e first lady, in una vacanza nella costa inglese s’imbatte in Alma, una cameriera algida che rappresenta le “misure perfette”. La sua routine e la sua vita saranno stravolte dall’arrivo di Alma, Anderson firma un’altra storia malata con due protagonisti eccezionali.
(Universal Pictures, 22 febbraio)
La forma dell’acqua, Guillermo del Toro
Con Sally Hawkins, Octavia Spencer, Michael Shannon
La vita della dolce Elisa viene scossa dall’arrivo di una creatura anfibia con il quale stringe una relazione d’amore. Dolce, fantastico, magico, Del Toro ha vinto quattro Oscar fra cui miglior film e miglior regia.
(20th Century Fox, 14 febbraio)
Foxtrot, Samuel Maoz
Con Lior Ashkenazi, Sarah Adler, Yonaton Shiray
Avanti, avanti, destra, destra, fermo, indietro, indietro, sinistra, sinistra, fermo, nel foxtrot da qualsiasi punto si parta si torna sempre indietro. Questo è il titolo del film israeliano di Samuel Maoz, premiato a Venezia con il Leone d’Argento. La famiglia dei Feldmann riceve la peggiore delle visite: alcuni soldati annunciano la morte del figlio, avvenuta nel posto di blocco dove presta servizio, Foxtrot. Scopriranno che è ancora vivo e il padre ordina che torni a casa subito. Proprio come nel foxtrot, riuscirà il ragazzo a fare ritorno al punto di partenza. Una critica dura al conflitto arabo-palestinese magistralmente realizzato.
(Academy Two, 22 marzo)
Girl, Lukas Dhont
Con Victor Polster
Lara è una ragazza che sogna di diventare ballerina, ma è diversa dalle altre: è un ragazzo che sta attraversando un difficile percorso di cambiamento di sesso. Lara si allena senza sosta e fa di tutto per nascondere un corpo che non sente suo, impaziente come tutti gli adolescenti, Lara vuole lasciarsi il passato alle spalle e non vede l’ora di tramutarsi in farfalla. A metà strada fra Billy Elliot e Tomboy, il film di Lukas Dhont è stato premiato a Cannes.
(Teodora Film, 27 settembre)
In Guerra, Stéphane Brizé
Con Vincent Lindon
Al centro del film di Brizé la lotta operaia per salvaguardare il posto di lavoro. Lindon interpreta il capo di un sindacato molto forte che sta facendo di tutto per proteggere il posto di un gruppo di operai. Lindon viene affiancato da un gruppo di veri operai e il film è girato come se fosse un documentario. Un film duro, fortemente realista che rappresenta anche un violento attacco ai media.
(Academy Two, 15 novembre)
L’Isola dei Cani, Wes Anderson
Con le voci di Bill Murray, Jeff Goldblum, Edward Norton, Tilda Swinton
Con L’Isola dei Cani, Wes Anderson firma uno dei suoi film migliori: un gruppo di cani vive in una sperduta isola giapponese perché affetti da un morbo. In una società dominata dai gatti, sarà l’amore di un ragazzo per il suo fedele amico a quattro zampe e salvare i cani dalla scomparsa e a riportare l’ordine. La cura dei dettagli, la bellezza della storia e i tanti omaggi al cinema amato dal regista americano rendono questo titolo imperdibile.
(20th Century Fox, 1° maggio)
Lady Bird, Greta Gerwig
Con Saoirse Ronan
Lady Bird ha regalato alla sua regista, Greta Gerwig, una storica nomination agli Oscar per la migliore regia. Al centro del film c’è la storia di un’adolescente alle prese con i primi amori e la scelta del suo futuro. Lady Bird, così si è ribattezzata, è una ragazza fuori dal comune: una piccola grande donna che ha scelto di farcela da sola. Un’adolescente che deve molto a Frances Ha, la protagonista di un altro film diretto da Gerwig.
(Universal Pictures, 1° marzo)
Mektoub My Love Canto Uno, Abdellatif Kechiche
Con Shaïn Boumedine, Ophélie Bau, Salim Kekiouche
Presentato al Festival di Venezia nel 2017, Mektoub My Love Canto Uno è il primo capitolo di una “saga” di tre film diretti dal (discusso) regista franco-tunisino Abdellatif Kechiche. Il primo dei tre film è ambientato a Sète negli anni 90 l’estate di un gruppo di amici “storici” prima di prendere il largo e diventare grandi. Balli, amori, cuori spezzati e una nascita di un agnello a fare da cornice a un film bello come la vita. Un’ottima prova per il regista, la seconda parte verrà probabilmente la luce nel 2019.
(Vision Distribution, 24 maggio)
Mr Long, SABU
Con Chen Chang, Yi Ti Yao
Un sicario viene ferito nel corso di un colpo in Giappone e viene accolto da un gruppo di giapponesi che vivono nel quartiere. Il primo ad accoglierlo è il piccolo Jun, figlio di una donna di Taiwan, ed è così che Mr Long si sente meno solo. Cucina prelibatezze etniche in un food truck e ben presto capisce che vuol dire essere amato. Premiato nel 2017 a Berlino con l’Orso d’oro. Mr Long è un film delicato e commuovente,
(Satine Film, 29 agosto)
Old Man and the Gun, David Lowery
Con Robert Redford, Sissy Spacek, Casey Affleck
Il canto d’addio di Robert Redford è un film perfettamente riuscito e che deve moltissimo alla sua star protagonista. Redford interpreta il ladro gentiluomo e redivivo Scott Tucker, un uomo che entra ed esce di prigione da quando aveva 15 anni e con 18 evasioni andate a buon fine. Quando s’innamora di una vedova, Tucker inizierà a “commettere” qualche errore, mentre sulle sue tracce c’è un agguerrito detective. Tucker è il “prototipo” del personaggio che in questi anni Redford ha portato sullo schermo, a rendergli omaggio una sequenza con tutte le sue “evasioni”/ruoli.
(BIM, 20 dicembre)
Oltre la notte, Fatih Akin
Con Diane Kruger
Al centro di Oltre la notte, la Germania di oggi spaccata e profondamente razzista. In un agguato perpetuato da un gruppo di neo-nazisti in un quartiere abitato da immigrati. La vedova, interpretata da Diane Kruger nel suo ruolo migliore. Una Germania che ignora gli errori del proprio passato e si presenta ancora profondamente lacerata e chiusa.
(BIM, 23 febbraio)
Opera senza autore, Florian Henckel von Donnersmarck
Con Tom Schilling, Sebastian Koch
Presentato a Venezia e ispirato alle opere di Gerhard Richter, Opera senza autore racconta la Germania dalla Seconda Guerra Mondiale alla divisione in Ovest ed Est. Attraverso le opere dell’artista Kurt, si ricorda e si riesce a non distogliere lo sguardo dagli orrori commessi nel proprio passato.
(01 Distribution, 4 ottobre)
Roma, Alfonso Cuarón
Con Yalitza Aparicio, Marina de Tavira, Diego Cortina Autrey
Alfonso Cuarón, due premi Oscar, dirige uno dei suoi film più intimi raccontando la storia di una famiglia e delle due domestiche che da sempre sono al loro servizio. Un ritratto intimo di una famiglia di Roma, quartiere a nord di Città del Messico dove il regista è cresciuto. Un film sublime in ogni dettaglio, il Leone d’Oro dell’ultimo Festival di Venezia è disponibile su Netflix.
(Netflix, 14 dicembre)
Il Sacrificio del Cervo Sacro, Yorgos Lanthimos
Con Colin Farrell, Nicole Kidman, Barry Kheogan
Yorgos Lanthimos porta sullo schermo un’altra delle sue “favole” nere, un ritratto di una famiglia sui generis e profondamente disturbante seppure ironico. Lanthimos trasposta una tragedia che deve molto alla narrativa dell’antica Grecia adattandolo a una famiglia del 21esimo secolo. Un film crudo, disturbante che risulta essere uno dei migliori del regista e dell’anno 2018 in attesa di vedere La Favorita, uno dei titoli più attesi del 2019.
(Lucky Red, 28 giugno)
Un sogno chiamato Florida, Sean Baker
Con Broklynn Prince, Bria Vinaite, Willem Dafoe
Il delicato film di Sean Baker racconta di un’infanzia “negata”, i protagonisti sono Mooney, Scooty e Jancey: tre bimbi che bivaccano in un gruppo di case color pastello. Il portiere di un vecchio albergo, il burbero Bobby (Willem Dafoe in un’ottima interpretazione), li tiene d’occhio. Un gelato rubato, una marachella, i tre bambini continuano a vivere la loro infanzia, a qualche chilometro da Disneyworld. Un film bellissimo e duro, uno dei più bei ritratti dell’infanzia del cinema contemporaneo.
(Cinema Srl, 29 marzo)
Thelma, Joachim Trier
Con Eili Harboe, Kaya Wilkins
Il film di di Joachim Trier è un horror atipico a metà strada fra questo genere e il thriller di cui “sfrutta” la paura e l’ansia. L’introspettività della sua protagonista rende Thelma un film a metà strada fra Carrie e i titoli diretti da Antonioni e Bergmann. I tormenti della giovane protagonista prendono vita agendo sulla stupenda natura norvegese, come in una scena in cui “spostano” uno stormo di corvi ed è lì che Thelma “strizza” l’occhio anche a Edvard Munch.
(Teodora, 21 giugno)
Tonya, Craig Gillespie
Con Margot Robbie, Allison Janney, Sebastian Stan
https://www.youtube.com/watch?v=d2iy5y0YjGM
Ispirato alla vita di Tonya Harding, la pattinatrice americana nota soprattutto per l’aggressione alla collega Nancy Kerrigan, Tonya racconta in un mockumentary la vita di una delle più straordinarie pattinatrici della storia. Una vita fatta da eccessi, di ricadute e di errori, una storia grande come la vita interpretata magistralmente da Margot Robbie e Allison Janney, premiata con l’Oscar per la sua interpretazione.
(Lucky Red, 29 marzo)
Tre manifesti a Ebbing, Missouri, Martin McDonagh
Con Frances McDormand, Woody Harrelson, Sam Rockwell
Tre manifesti a Ebbing, Missouri ha aperto la stagione cinematografica del 2018, un film ottimo di scrittura e per scelta di cast che racconta la ricerca di giustizia di una madre per trovare l’assassino della figlia con una straordinaria Frances McDormand affiancata da Sam Rockwell e da Peter Dinklage.
(20th Century Fox, 11 gennaio)